Wabi è nato come "seconda possibilità" nella mia vita lavorativa, e quando ho deciso di affrontare questo cambiamento non avevo ancora chiaro cosa stavo cercando e quello che avrei prodotto. Fino ad allora mi ero sentita "costretta alla perfezione" o almeno alla sua ricerca. Non mi sentivo mai contenta di quello che facevo e mai adeguata, all'altezza delle situazioni nelle quali mi trovavo a lavorare, nonostante i feedback che pervenivano dall'esterno.
Quando ho deciso di "fare il salto", in parte perché costretta dagli eventi, ho incontrato questa parola giapponese che descrive la mia estetica molto di più di quello che in quel momento "vedevo": non so se sia stato il mio subconscio a guidarmi nella scelta o cos'altro, fatto sta che il nome "Wabi" per il mio negozio riassume bene non solo il mio modo di concepire la bellezza, ma anche quello che io desidero oggi per la mia vita.
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